Booliron – Hip Hop in Riviera di Francesco Figliola

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Seguito da un entusiasmante ed emotivo concerto di Tormento e Dj Mastafive, Booliron – Hip Hop in Riviera (2024) di Francesco Figliola, fuori concorso nella sezione “Into The Groove” dell’undicesima edizione del Seeyousound, ricorda e celebra un momento fondamentale dell’allora nascente hip hop italiano: l’imposizione della scena romagnola, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, nel contesto nazionale, allora ancora quasi esclusivo delle metropoli di Roma e Milano.
La riviera, già da diversi anni tappezzata dalle discoteche che l’hanno reso la culla del clubbing (In Italia e non solo), diventa insospettabilmente anche l’incubatrice di un movimento culturale che stava cercando di conquistarsi uno spazio d’espressione ufficiale, che nella scena romagnola diventerà proprio quello delle discoteche. Un connubio non immediato: per diversi anni l’hip hop veniva relegato in sale secondarie o limitato nelle sue possibilità – creare un cerchio di breaking rischiava di monopolizzare la pista ed escludere le persone non interessate –, ma fu questo necessario primo approccio “istituzionale” a creare un senso di comunità allora non del tutto acquisito.
Una spinta propulsiva che portò i suoi frutti negli anni successivi con gli show televisivi in pieno stile MTV di Master Freez, gli storici concerti dei Public Enemy e di Ice Cube, ma, soprattutto, la realizzazione di “Indelebile 94”, una delle primissime Jam italiane di respiro internazionale, organizzata in maniera indipendente grazie all’attivismo di decine di mc, dj, breaker e writer. In quell’occasione si riunirono quelli che per molti anni rappresentarono la golden age dell’hip hop italiano: da Tormento a Double S, dai Colle der Fomento a Polo Mc, da Piotta a Esa, da Master Freez a Moder, tutti o quasi presenti all’interno del documentario di Figliola che ricostruisce, tramite i ricordi di questi pionieri, l’ascesa dell’hip hop nella riviera romagnola e nell’Italia intera.
Il regista è stato assistito, in fase di sceneggiatura, da un altro precursore come Stefano “Word” Serio, il quale ha prestato il titolo di un suo brano, Buliron – poi americanizzato in Booliron –, per riassumere, a detta del regista, «un po’ tutto quello che in quegli anni era la riviera romagnola, un insieme di situazioni che rappresentavano un caos creativo». Il titolo, inoltre, essendo «derivato dal dialetto romagnolo proprio come Amarcord», rimanda alla matrice riminese del film che coinvolge riferimenti esterni al panorama musicale. Da un lato lo stesso Fellini – onnipresente nei murales della città –, portabandiera di Rimini nel mondo e proprio in quegli anni onorato con l’Oscar alla carriera; dall’altro Eron, writer di fama internazionale che, con le sue opere, presenti anche in chiese e musei, ha contribuito come pochi altri a promuovere la validità artistica del graffitismo. Entrambi casi eccezionali di sconfinamento provinciale verso una considerazione ben più estesa. Questo del resto vuole ritrarre Booliron – Hip Hop in Riviera: il valoroso contributo di una scena locale, ristretta e peculiare, alla più ampia rivendicazione culturale dell’hip hop italiano.
Il programma completo del SYS ELEVEN è disponibile qui.
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