After the hunt di Luca Guadagnino

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Con After the Hunt (2025) Guadagnino non teme di affrontare tematiche molto discusse all’interno del dibattito pubblico americano, intrecciandole a quella che definisce, in un’intervista, auto-cannibalizzazione dei liberal. Il cineasta ne parla con la delicatezza che lo contraddistingue, lavorando sul concetto di “violenza” e le sue varie forme, portando in scena più punti di vista, enfatizzando le sfumature ed esplorando la complessa stratificazione della realtà.
Il film è ambientato all’interno della prestigiosa Università di Yale e segue le vicende dei professori Alma Imhoff (Julia Roberts) e Henrik Gibson (Andrew Garfield). In seguito a una denuncia per la violenza perpetrata da Henrik ai danni di una sua studentessa, Maggie Price, Alma si trova nella difficile posizione di non sapere a chi credere, se al collega e amico Henrik o all’innocente Maggie. A partire da questo snodo narrativo si dipanano tutte le tematiche della pellicola. Il motore del racconto è la mancanza di solidarietà femminile da parte di Alma, che, prima di sostenere la studentessa, vuole capire meglio la situazione, chiedendosi che tipo di violenza sia stata realmente subita – un’esigenza che per Maggie risulta irrilevante e offensiva.
Guadagnino mette in scena uno scontro generazionale e lo fa utilizzando anche la colonna sonora e il sound design. La scena d’apertura del film, ad esempio, esplicita uno dei tanti temi toccati dal regista: a risaltare è il ticchettio di un orologio, non si sa se il suono sia diegetico o extradiegetico, ma è una presenza assordante che copre le voci dei protagonisti, facendole risultare ovattate, distanti, rumori indistinti tra i corridoi dell’università. L’incomunicabilità è un punto chiave di After the Hunt: tutti inseguono i propri interessi in un continuo scontro morale e dialettico. Il rumore della pioggia che cade sull’asfalto, il cigolio di un ascensore o la musica ad alto volume che il marito di Alma ascolta quotidianamente sono tutte interferenze sonore che, metaforicamente, non permettono una comunicazione chiara e limpida tra i personaggi.
La colonna sonora, curata dal duo Atticus Ross e Trent Reznor, rende ancora più chiaro il ruolo che il cineasta ha voluto dare ai suoni all’interno della pellicola: le melodie sono dissonanti, le percussioni, quando presenti, improvvise. Se in Challengers (2024) la techno House richiamava i rave e serviva a sottolineare l’atmosfera convulsa che si instaura tra i tre protagonisti, in After the Hunt è la poca armonia tra i personaggi ad essere evidenziata.
Lo scontro generazionale tra Alma e Maggie nasce da due modi diversi di approcciare il medesimo problema: Alma vede nell’adattamento il miglior modo per sopravvivere all’interno di una società patriarcale; quindi, pur provando empatia per la studentessa, le consiglia di non denunciare pubblicamente l’accaduto, di non vendere la sua storia ai giornali. Maggie invece utilizza la denuncia pubblica degli abusi subiti per cercare di sovvertire il sistema. Alma, da punto di riferimento, si trasforma agli occhi di Maggie in parte del problema – e, dopo un litigio in cui viene messa in discussione la sua tesi di laurea e la sua persona, decide di scrivere un articolo per denunciare il fatto che non l’abbia sostenuta nel momento del bisogno.
Guadagnino si interroga su quale sia il confine tra giustizia riparativa e vendetta e se questi due aspetti possano convivere, Maggie, prima di denunciare pubblicamente Alma, è stata ferita nell’orgoglio. La critica del regista non vuole colpire chi denuncia una violenza, ma il sistema mediatico che spesso finisce per semplificare la realtà o raccontare parziali verità. Se da un lato Alma è, infatti, complice del sistema patriarcale come raccontato da Maggie, ne è allo stesso tempo oppressa, finendo per colpevolizzarsi per aver denunciato un abuso subito in gioventù. L’autore esplora queste sfumature della realtà mettendo in luce vari tipi di violenza: la violazione della privacy, la diffamazione, la molestia sessuale, l’idolatria ossessiva ed enfatizzando come tutti possono ferire ed essere feriti, mossi da ideali o da vendetta. After the Hunt descrive quindi una realtà frammentata dove anche gli ambienti accademici progressisti non riescono a dare una risposta univoca al giogo del patriarcato e finiscono per spaccarsi dall’interno.
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