El Jockey di Luis Ortega

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El Jockey è il nuovo film di Luis Ortega, presentato in occasione della 81° Mostra del cinema di Venezia e uscito poi in Italia con Lucky Red nel luglio 2025. I protagonisti sono Remo Manfredini (Nahuel Pérez Biscayart) e Abril, interpretata da Ursula Corberò nota al grande pubblico per il personaggio di Tokyo in La casa di carta. Remo è un fantino di grande successo, ma il suo comportamento autodistruttivo lo porta presto a sviluppare dipendenze da alcol e droga. Un’ultima gara vinta potrebbe liberarlo dal boss Sirena che lo tiene sotto ricatto. Remo e Abril vivono una relazione turbolenta e tossica, resa ancor più travagliata dalla gravidanza di Abril. Da una parte abbiamo Biscayart, il quale porta sullo schermo un personaggio quasi del tutto muto, che si esprime di più con gli sguardi che con le parole e con una prossemica accennata piuttosto che con la proclamazione dei suoi sentimenti. Dall’altra la Corberò veste i panni di una giovane donna caparbia, in difficoltà, però forte nel gestire i crolli emotivi e le dipendenze di Remo. Durante la gara che potrebbe valere la libertà dal debito, Remo ha un incidente devastante che lo fa finire sul letto di un ospedale, in condizioni critiche. Tuttavia si risveglia, ed è qui che inizia la trasformazione identitaria del personaggio. Con solo un cappotto femminile, una borsa e un leggero trucco, inizia il suo vagabondaggio per le strade di Buenos Aires. Ortega incastona incisivi primi piani all’interno di lunghi piani sequenza. Inquadrature fisse, lunghi silenzi e personaggi immobili caratterizzano tutto il film. Pone altresì l’accento sulle metamorfosi identitarie attraversate dai personaggi, mantenendo però sempre un certo distacco emotivo, che potrebbe rendere difficoltosa l’immedesimazione con i personaggi.
Si nota invece che uno dei punti di forza del film è l’estetica di Remo: dopo l’incidente comincia a mostrare un’identità sempre più femminile, culminando questa trasformazione in carcere dopo l’arresto, mostrandosi con vestiti femminili, truccato e arrivando a fare la parrucchiera, evidenziando una certa classe ed eleganza nelle movenze. Anche Abril vive una sorta di trasformazione identitaria. All’inizio del film viene mostrato come come fosse già consapevole della gravidanza, ma nonostante ciò continua comunque a gareggiare, dando così la percezione che il bambino in arrivo sia un ostacolo alla sua carriera di fantina. Con il proseguire della storia, Abril mostra dei cambiamenti allontanandosi anche emotivamente da Remo. Dopo l’incidente di Remo si trova in un limbo emotivo, dalla quale ne esce prendendo in mano la propria vita e allontanandosi dal legame distruttivo che si era instaurato con Remo.
Nonostante le diverse strade prese dai protagonisti, essi rimarranno sempre in contatto, È evidente come il personaggio di Remo non si redima dopo l’arresto; in prigione sembra essere paradossalmente più libero, in quanto ormai privo della sua identità rigida di fantino, uomo, vincente. Ortega racconta Remo con grande forza visiva, facendolo esprimere poco con le parole e tanto con gli abiti, le movenze, i colori, la musica, il ballo; Abril è raccontata in un tono più silenzioso, meno folle e decisamente più concreto. Il regista usa le corse e la carriera sportiva dei due personaggi come palcoscenico per raccontare di cambiamenti, identità di genere, emancipazione. Il tutto arricchito da una performance attoriale di buon livello.
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