Ailleurs la nuit di Marianne Métivier

Diretto da
Starring
In concorso alla 43ª edizione del Torino Film Festival, Ailleurs la nuit (2025) segna l’esordio nel lungometraggio della regista canadese Marianne Métivier, un’opera che dipinge spazi sospesi tra sogno e realtà. Tra montagne che somigliano a «balene addormentate» e le strade illuminate e rumorose della città, il film esplora la geografia emotiva delle protagoniste, restituendo con delicatezza l’inquietudine di tre donne accomunate dal sogno di essere altrove.
Marie (Camille Rutherford), artista sonora, si rifugia in campagna alla ricerca di ispirazione e soprattutto di sé stessa, intrappolata in una relazione che non la rende più felice. L’incontro con la giovane viaggiatrice Noée (Garance Marillier) introduce nella sua vita una vibrazione nuova, fatta di sguardi e complicità bisbigliate che la aiutano a evadere da una routine opprimente. A questo desiderio si affianca il dialogo quotidiano con Jeanne (Amaryllis Tremblay), studentessa impegnata a immaginare un futuro diverso, oltre i confini stretti della città, mentre lavora consegnando cibo a domicilio. Proprio durante il recapito di un ordine, Jeanne conosce Eva (Kyrie Allison Samodio), una giovane ragazza appena arrivata dalle Filippine che trascorre le notti insonni ripensando alla bellezza della natura della sua terra natale.
Le tre protagoniste vivono una crisi che si riflette negli spazi che abitano. La casa di Marie, con i suoi muri che sembrano quasi soffocarla, diventa una cassa di risonanza emotiva: un luogo che non accoglie, ma trattiene i pensieri e le emozioni. In città, invece, Jeanne ed Eva devono fare i conti con un ambiente che «più cresce, più diventa rumoroso», un organismo fagocitante che sovrasta libertà e immaginazione. Per Eva, l’unico contatto con il mondo naturale è la piscina della villa dove lavora la madre: un surrogato artificiale da cui raccogliere acqua per nutrire un piccolo ecosistema domestico — alcune piante e un pesce — in un clima di nostalgia struggente.
In questa narrazione sfocata, il suono è la chiave attraverso cui la regista scandisce le onde emotive delle protagoniste. Il fulcro della ricerca artistica di Marie emerge anche come filtro sensoriale attraverso cui il film esprime ciò che i personaggi non verbalizzano. Il frinire dei grilli, il fruscio delle cascate, il battere della pioggia si alternano alla cacofonia urbana, fatta di rumori di motocicletta, traffico e schiamazzi. Ne emerge un dialogo complesso in cui natura e città si incontrano e convivono, rispecchiando la tensione tra l’immobilità delle tre donne e il loro desiderio di fuga.
Al pari della componente sonora, la fotografia di Ariel Méthot dipinge immagini che scivolano da una realtà concreta e quasi tattile a una dimensione metafisica: il buio non coincide con l’assenza di luce, bensì con una dimensione altra in cui le regole della percezione sembrano essere sospese. Nel nero della notte, le figure si muovono unite verso la stessa direzione, come se solo al riparo dalla luminosità potessero riconoscersi davvero, sfiorarsi, trovare un punto comune nel loro vagare.
Pur nella delicatezza con cui il film tratteggia il disagio delle protagoniste, Métivier sceglie di non spiegare, di lasciare che siano i suoni e le ellissi a comunicare in un’opera densa e complessa da decifrare. È una sospensione pervasiva: delle immagini, dei movimenti, delle decisioni mancate. Una condizione che rispecchia la sospensione esistenziale delle tre donne, costantemente in bilico tra desiderio e rassegnazione, immobilità e fuga, città e natura. Ailleurs la nuit non chiede di essere compreso, ma percepito sensorialmente, come una partitura di salti e intervalli, in cui rumori, silenzi e gesti si intrecciano in un flusso poetico e ipnotico. Come Marie, assorbita dall’ascolto dei suoni primordiale degli alberi e delle rocce, lo spettatore è invitato a seguire i sentimenti delle protagoniste: forse è proprio questo l’“altrove” agognato, un luogo interiore di sospensione e ascolto, da vivere più con l’emotività che con la linearità della ragione.
Pubblicato il:
Tag:
Consigliati per te
Strade Perdute esce con un nuovo numero sei dal tema Viaggi!
Il nuovo episodio della saga di James Cameron, 'Avatar - Fuoco e cenere', esce in sala per ipnotizzare una terza volta il pubblico di tutto il mondo.
'La mia famiglia a Taipei', ultima toccante collaborazione tra Shih-Ching Tsou e Sean Baker, ci trasporta nel vivo mercato notturno di Taipei, seguendo le scorribande e il vispo sguardo curioso di una bambina di sei anni.






