Sotto il vestito niente di Carlo Vanzina

Condividi su:

Sotto il vestito niente di Carlo Vanzina

Dalle montagne del Wyoming alle passerelle di Milano.

Il 4 agosto 2025 torna in sala, in versione restaurata in 4K, Sotto il vestito niente, thriller erotico firmato Carlo Vanzina, uscito per la prima volta nel 1985 e diventato con il tempo un piccolo cult. Basato sull’omonimo romanzo di Marco Parma e scritto da Enrico Vanzina insieme a Franco Ferrini, il film racconta il viaggio di Bob (Tom Schanley), ranger nel parco di Yellowstone, che parte per Milano dopo aver avuto una visione inquietante della morte della sorella gemella, modella di punta nella scena della moda italiana. Sbarcato a Milano, Bob si trova coinvolto in un’indagine che mescola delitti seriali, diamanti spariti, visioni psichiche e roulette russe, accompagnato da un commissario di polizia (Donald Pleasence) stanco, burbero e prossimo alla pensione. 

La pellicola è uno dei tentativi più curiosi del cinema italiano anni ‘80 di mescolare il linguaggio del giallo con quello del thriller internazionale, guardando in modo esplicito a modelli come Brian De Palma, senza rinunciare alle atmosfere e allo stile italiani. Non è un caso che alla colonna sonora ci sia Pino Donaggio, che rielabora il suo celebre tema di Omicidio a luci rosse (1984), legando fin da subito il film a un immaginario fatto di tensione visiva e seduzione musicale. Tuttavia, accanto all’eleganza formale, Sotto il vestito niente mantiene un’anima decisamente popolare: guanti neri, tette e sangue che zampilla. Un insieme che, più di ogni altra cosa, fotografa il cuore del film: un cinema di genere che si fa carico dei suoi tratti distintivi – tensione, erotismo, violenza dosata – e li intreccia con il piacere del racconto, la superficie sensuale e l’uso consapevole dei cliché. 

La struttura narrativa procede tra rimandi, false piste, personaggi ambigui e colpi di scena, ma non sempre regge sul piano logico. Per lunghi tratti, il film sembra più vicino a una rivista di moda che a un thriller vero e proprio. Questa sensazione è rafforzata da un marcato voyeurismo sul corpo femminile, che all’uscita fece giudicare la pellicola come un prodotto superficiale, più interessata a mostrare che a raccontare. Eppure, proprio questa leggerezza estetica diventa parte del discorso: la moda come immagine, come superficie vuota, come mondo in cui – come recita una delle battute più emblematiche – tutto quello che si chiede ad una modella è il niente. 

Poi, all’improvviso, negli ultimi quindici minuti, tutto cambia. Un colpo di scena genuinamente disturbante, che coinvolge un trapano e delle unghie, ribalta la percezione di questo giallo ‘fashionista’ e lo fa sprofondare nella follia più stuzzicante. Questo finale inatteso, dove la tensione accumulata esplode in un’immagine scioccante che ribalta i toni precedenti, fa guadagnare una dimensione più inquietante al racconto, liberandosi dai suoi stessi vincoli superficiali e rendendo Sotto il vestito niente uno dei titoli più emblematici del giallo italiano anni ‘80 e oggi tutto da riscoprire.

Un merito non secondario del film è la resa visiva della Milano anni ’80, colta con una precisione rara: la Scala, la Stazione Centrale, il disco di Pomodoro. I fratelli Vanzina girano in location reali – anche il parco di Yellowstone delle prime scene è autentico – e restituiscono un’immagine vivida e non caricaturale della città. È la Milano della ‘Milano da bere’, ma è anche quella dello yuppie che “vende gioielli e scopa modelle”, della cocaina nei bagni delle discoteche, del culto del corpo e della bellezza come merce.

Eppure, anche se la storia è ambientata in un mondo brillante e superficiale, pieno di bellezza, lusso e apparenze, Sotto il vestito niente riesce a mostrare qualcosa di più oscuro e nascosto, fatto di violenza, mistero e ossessioni. Come se sotto la superficie luccicante del glamour e della vita spensierata ci fossero ombre nascoste. Il film non si prende sul serio, ma racconta tutto questo con intelligenza e un po’ di ironia. Ed è forse proprio per questo che, quarant’anni dopo, abbiamo ancora voglia di vederlo. 

Condividi su:

Pubblicato il:

8 Agosto 2025

Tag:

Consigliati per te