Mother’s Instinct di Benoît Delhomme
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Una madre con sguardo atterrito e occhi terrorizzati stringe a sé il proprio bambino. Un’ombra scura e sottile si avvicina e, con espressione asettica ed occhi vuoti, si poggia sulla spalla del piccolo. Poi guarda la madre. E’ l’inizio della fine in Mother’s Instinct, che con una scena all’apparenza quieta e delicata nasconde in realtà profondo terrore ed intima inquietudine. Ripetuta diverse volte, questa combinazione tra l’amorevolezza caratteristica delle madri ed il clima di forte tensione tipico del thriller si trasforma nella struttura cardine dell’intero film. Siamo nell’agiata e rigida America degli anni Sessanta e due giovani vicine di casa – Alice (Jessica Chastain) e Celine (Anne Hathaway) – amano passare il tempo insieme, ognuna con il proprio bambino. Bricolage a scuola, merende in giardino, feste a sorpresa, tutto sembra perfetto finché, un giorno, un terribile incidente provoca la morte di uno dei due piccoli. A partire da quel momento l’indissolubile armonia tra le due donne e le loro famiglie verrà a rompersi, facendo precipitare i suoi protagonisti in un vortice di paranoie, ansie e oscurità.
Diretto da Benoît Delhomme, Mother’s Instinct merita di certo una nota di apprezzamento per trucchi, costumi, colori e fotografia, che contribuiscono a ricreare una lieta ma al contempo tenebrosa atmosfera anni Sessanta. Ambientazione tutt’altro che casuale: il regista francese la sfrutta infatti a suo vantaggio per porsi alcuni quesiti sulla natura del ruolo sociale del gender femminile. Se una donna non può più essere una madre, allora ha ancora ragione d’esistenza? Il semplice ma significativo atto di rifiuto del marito di Alice di vedere sua moglie intraprendere la carriera di giornalista è soltanto una delle innumerevoli possibili rappresentazioni della società maschilista di quell’epoca, che spinge molte donne a vedere la possibilità di avere un figlio come unico modo per ottenere un ruolo e un senso sociale. Purtroppo, però, l’eccellente ricostruzione storica viene relegata a fattore meramente estetico-formale e la riflessione tematica manca di un sincero approfondimento, tant’è che al pubblico viene negata la possibilità di empatizzare con una donna dilaniata da un accadimento così straziante come la perdita di un figlio. In un cast prettamente hollywoodiano troviamo Anne Hathaway e Jessica Chastain, protagoniste d’eccezione nonché centro di attrazione di tutti gli avvenimenti del film. Saranno infatti le due attrici – entrambe premi Oscar – a distinguersi ancora una volta e a riuscire a mantenere costante la tensione che dilaga per tutta la durata del film. Dinamico e coinvolgente, Mother’s Instinct a volte sembra però esagerare. La recitazione delle protagoniste è caratterizzata da un’espressività esagerata, e la forzatura di alcune gestualità, a tratti addirittura teatrale, sembra quasi richiamare alcune grandi dive del passato. Questa scelta interpretativa spesso rende sentimenti e sensazioni eccessivamente espliciti e plateali, con la conseguente perdita di quella calibrata e disturbante alternanza tra delicatezza e inquietudine. Ansiogeno ed accattivante, Mother’s Instinct è un film con un’ottima resa storico-estetica e di certo abile nel confondere e disturbare lo spettatore, che per tutta la sua durata fatica a distinguere ciò che è paranoia da ciò che è realtà. Ne è esempio principe la scena finale: un momento di apparente felicità sembra farsi largo nell’inquadratura, ma l’inquietudine non abbandona neanche in questo caso lo spettatore, forte di una consapevolezza che la società dell’ambiente profilmico non può conoscere. In conclusione, nonostante una buona confezione il film non sembra sfruttare gli elementi a sua disposizione, e anzi a volte tende a strafare, riducendosi così a mero intrattenimento (o poco più), nascondendo le proprie potenzialità in quella stessa ombra che il contenuto narrativo tenta di produrre.
di Vittoria Bracco
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