Hurry Up Tomorrow di Trey Edward Shults

Condividi su:

Hurry Up Tomorrow di Trey Edward Shults

Hurry Up Tomorrow (2025), diretto da Trey Edward Shults, è un film caotico, costruito su metafore, visioni e simboli. Più che raccontare una storia, sembra rappresentare il processo creativo ed emotivo che ha portato The Weeknd a scrivere il suo ultimo album – in particolare la canzone che dà il titolo al film.

Abel Tesfaye (The Weeknd) è un cantante di successo in tour mondiale. I riflettori lo illuminano, la folla lo acclama: lui è una leggenda. Trova conforto e approvazione tossica nel suo manager Lee (Barry Keoghan), che fomenta il suo ego e lo incoraggia nell’abuso di sostanze stupefacenti. Ma proprio durante uno dei suoi concerti, Abel ha un attacco di panico che gli spezza la voce. In quell’istante i suoi occhi incrociano quelli di una ragazza nel pubblico: Anima (Jenna Ortega). Abel scappa dal palco e cerca di fuggire dal backstage. Lì si scontra con la giovane ragazza che, nel mentre, è riuscita a oltrepassare la sicurezza. Il loro incontro è l’inizio di un viaggio psichedelico nella mente dell’artista.

Già prima dell’incontro tra Abel e Anima, il film ci introduce nelle loro vite attraverso un montaggio alternato: da un lato la vita di Abel, immerso in un vortice di feste, eccessi e alienazione nel tentativo di sfuggire al dolore di una rottura; dall’altro quella di Anima, che vediamo bruciare una casa isolata.

Anima e Lee sono le rappresentazioni della psiche del cantante, e il film è il conflitto interiore che lo tormenta. Il manager è il lato più oscuro del protagonista che lo vuole portare all’autodistruzione, mentre la giovane fan incarna le sue paure, la vulnerabilità, i pensieri più nascosti e repressi. Ma è anche la voce che lo costringe a guardare dentro sé stesso. Ed è proprio per questo motivo che Anima viene percepita come minaccia, un nemico pronto a distruggerlo.

Infatti nella sequenza finale, Anima lo lega al letto di un albergo di lusso e, prima di cospargerlo di benzina, gli chiede di essere onesto con lei e con sé stesso. Alla sua risposta negativa, lei risponde innescando la piccola fiamma dell’accendino.

A un passo dalla morte, in un momento altamente drammatico, Abel canta tutta la verità, come fosse un’ultima confessione. Una scena che vorrebbe essere potente e risolutiva, risultando invece esplicita e letterale. Un climax che diventa così un momento – quasi ridicolo – che rinnega lo spirito del film. Lo ritroviamo nel backstage, pronto a salire sul palco. Comprendiamo che ciò che abbiamo appena visto è solo una lunga allucinazione: il viaggio interiore ha avuto luogo, qualcosa in Abel è cambiato.

Le intenzioni del film sono chiare: cercare di intraprendere un percorso intimo in grado di mostrare le sfaccettature più profonde di un personaggio pubblico. Eppure, rimane la sensazione che il film, piuttosto che dare luce alla vulnerabilità del cantante, ne protegga l’immagine, evitando di intaccarla alla sua radice.

La regia di Shults è visivamente affascinante: luci intermittenti, camere roteanti, inquadrature claustrofobiche e un montaggio frenetico. L’estetica è quella di un videoclip – e non potrebbe essere altrimenti per un film costruito per raccontare il mondo interiore di un artista musicale e l’uscita del relativo album.

In sala, i fan hanno avuto i brividi, si sono emozionati e hanno cantato le canzoni dell’artista. Hurry Up Tomorrow è un film che può essere davvero apprezzato da chi si riconosce nelle parole e nella musica di The Weeknd, chi lo ascolta e conosce la sua storia. Senza quel legame con l’artista, il film risulta poco coinvolgente, privo di un vero gancio emotivo.

Condividi su:

Pubblicato il:

27 Giugno 2025

Tag:

Consigliati per te