The Descent di Neil Marshall

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In occasione del suo ventesimo anniversario, The Descent di Neil Marshall torna sul grande schermo con una versione restaurata in 4K, inaugurando la nuova edizione del TOHorror Film Fest. La proiezione, tenutasi il 21 Ottobre nelle sale del Cinema Massimo di Torino, è stata impreziosita dalla presenza del regista che, dopo aver introdotto il lungometraggio, ha dato spazio a domande e curiosità del pubblico, offrendo uno sguardo approfondito sulla genesi e le sfide produttive dell’opera.

Presentato in anteprima italiana, il restauro offre l’occasione per (ri)apprezzare un film imprescindibile nel suo genere e misurarne l’impatto nel panorama horror occidentale dei primi anni duemila. In un contesto cinematografico caratterizzato da remake e nuove influenze esterne – in particolare l’onda lunga del J-Horror conseguente all’uscita di Ringu (1998) – The Descent ha rappresentato la definitiva uscita da un periodo di stagnazione grazie al ritorno a un cinema di paura fondato su abilità tecnica, tensione narrativa e brutalità viscerale. Il film recupera gli stilemi dei maestri dell’orrore, evidente nei richiami alla paranoia e al sospetto de La Cosa (1982), alla minaccia sconosciuta in Alien (1979) e alla natura ostile di Un tranquillo weekend di paura (1972) – quest’ultimo esplicitamente citato nella sequenza iniziale di rafting e nell’ambientazione comune dei Monti Appalachi. Tutte opere che, come ha dichiarato lo stesso regista durante l’incontro in sala, figurano tra le sue preferite.

L’importanza del lungometraggio risiede anche nella sua capacità di precorrere i tempi, costruendo un dramma corale interamente femminile: una proposta radicale per il tempo, ma che purtroppo, a vent’anni di distanza, è ancora percepita come un’eccezione all’interno dell’horror. Nella sua scelta di rottura, Marshall rappresenta un gruppo di donne lontane dagli stereotipi del genere: i personaggi sono realistici, definiti da complesse dinamiche interpersonali che precedono e amplificano l’orrore. La spedizione speleologica – organizzata un anno dopo il tragico incidente che ha sconvolto la vita della protagonista Sarah (Shauna Macdonald) – svela ciò che è nascosto sotto una tranquillità apparente: la paura non nasce dall’incontro con l’Altro mostruoso, ma da traumi irrisolti e contraddizioni insite nelle relazioni umane.

Questa deflagrazione interiore viene presentata attraverso una struttura bipartita: nella prima ora di film, il regista costruisce un survival movie claustrofobico che esplora il gruppo di amiche intrappolate nelle caverne, seminando indizi caratteriali e introducendo la presenza di segreti, risentimenti e fragilità. In questo contesto, l’ambiente sotterraneo costringe i personaggi in una morsa soffocante che ne rivela lentamente la vera natura: i cunicoli asfissianti e le pareti prive di punti di riferimento non sono solo uno sfondo, ma lo specchio di un mondo interiore dove non vi è più possibilità di condivisione e vige l’individualismo. Tutto viene amplificato da un’oscurità materica contrastata unicamente da fonti diegetiche come bengala, torce elettriche, fiaccole e bastoncini fluorescenti che illuminano singolarmente, isolando i personaggi e accentuandone la reciproca diffidenza.

L’accumulo di tensione si concretizza nella seconda parte, quando l’elemento orrorifico irrompe fisicamente in scena con i crawlers, umanoidi degenerati per adattarsi al sottosuolo, e con il rosso vivido del sangue che squarcia l’oscurità. Il film si trasforma in un brutale creature feature in cui le maschere sociali cadono: la lotta per la sopravvivenza porta le protagoniste a regredire in uno stato ferino, costringendole a diventare a loro volta mostruose, come nell’iconica immagine di Sarah che riemerge da una pozza di sangue in una sorta di battesimo ematico.

A distanza di vent’anni, The Descent conferma di non aver perso la sua forza espressiva, unendo il dramma del lutto, il thriller claustrofobico e la crudezza dell’horror, mentre il restauro in 4K ne amplifica l’efficacia visiva, aumentando il senso di profondità dell’oscurità e saturando il rosso del sangue senza entrare in contrasto con la texture originale del film.

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Pubblicato il:

25 Ottobre 2025

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