Scritto da

Strade perdute

Condividi su:

Come sempre accade, in un piovoso pomeriggio torinese di inizio gennaio, la redazione di Strade Perdute si ritrova per decidere il tema che definirà il numero successivo del magazine. Si tratta di una lotta all’ultimo sangue, i pochi sopravvissuti alla rigida selezione dei “redattori perduti” vengono attentamente esaminati in modo tale che soltanto uno, dei vari temi proposti, possa essere scelto e approfondito. 

Alieno è stata la parola che in questi mesi ha guidato le penne e gli occhi della redazione.  Alieno è stravaganza ma l’alienazione è uniformità. Alieno è il mondo oltre il nostro ma siamo anche noi al di fuori di esso. Aliena è una comunicazione non verbale, un cinema che rimane sul territorio per parlarne da vicino ed è anche un cinema che intraprende un viaggio lungo anni luce. 

Alieno è l’estremo, infinitamente grande o infinitamente piccolo, racconti e vite che decidono di disturbare la frequenza cardiaca con picchi alti e bassi. La sorpresa è l’unica costante.

Copertina Strade Perdute_ N°03_Alieno

Non mancherà, in quest’uscita, la monografia di Tilda Swinton: il lusso di un’identità flessibile. Una vera e propria carriera aliena all’interno della vastissima costellazione Hollywoodiana. Troviamo poi Francesca Lolli, inserita nelle nostre interviste con Parlare con il corpo. La giovane performer  supera i topoi della comunicazione per raggiungere la parola del corpo, intrinsecamente aliena. Non mancherà la nostra rassegna di visti in sala con film acclamati ai recenti Academy Awards. Troverete articoli tematici che spaziano dalle profondità aliene di James Cameron a quelle più colorate ma non meno pericolose di Joe Bennet. Si parlerà di scrittura aliena con Charlie Kaufman e del termine alieno come limite, come maschera e comunicazione.

Il magazine tratterà dei racconti underground presentati al Seeyousound International Music Film Festival tenutosi a Torino dal 20 al 28 febbraio e si concluderà con Ombre a mezzogiorno, il documentario attraverso la memoria culturale italiana di Enrico Carniccio, inserito nella nostra rubrica Streen.  A chiudere troverete il contro editoriale firmato da Alessandro Amato sull’oggetto non identificato che è stato David Lynch, a cui dedichiamo anche la nostra copertina.

Vi consigliamo quindi di sedervi comodi, allacciare le cinture di sicurezza, il pilota è automatico, a voi non rimane altro che godervi la lettura.

Strade Perdute

David Lynch – frammenti di un percorso musicale iconico di Luciano D’Onofrio – Streeen per Strade Perdute

Playlist non esaustiva del rapporto tra RIP David Lynch, le sue colonne sonore, le sue musiche e il suo mentore musicale per eccellenza RIP Angelo Badalamenti. 

Dal capolavoro d’esordio di Lynch, Eraserhead, proponiamo The Lady In the Radiator (In Heaven). Il tema della Signora del Termosifone verrà in seguito riproposto in svariate versioni – la più famosa probabilmente quella dei Pixies.

Una avvenente Isabella Rossellini canta dal vivo, nel film omonimo, la versione di Angelo Badalamenti diBlue Velvet, mentre Nicholas Cage in Cuore Selvaggio si cimenta languidamente al microfono interrompendo uno scatenato gruppo metal Slaughterhouse. Ma il film viene ricordato musicalmente anche e forse soprattutto per lo straziante country di Wicked Games.

Twin Peaks è stato l’elemento dirompente non solo per la conoscenza di Lynch da parte di un pubblico più ampio come quello tv dei primi anni ‘90, ma anche per la nascita di un genere musicale, il Dark Jazz, che si ispira esplicitamente alle colonne sonore lynchiane di Angelo Badalamenti e nasce già nel 1992 con i tedeschi Bohren & der Club of Gore – che proponiamo in playlist insieme al Dale Cooper Quartet and the Dictaphones, gruppo che prende il nome proprio dall’integerrimo investigatore dell’irrisolto omicidio di Twin Peaks.

RIP David Bowie è altro “cadavere eccellente” che non poteva mancare su queste pagine con la sua I’m Deranged dai titoli di apertura di Lost Highway, ma dopo il tema di Mulholland Drive non potevano mancare nemmeno un paio di brani dello stesso David Lynch, in versione musicista, da due dei suoi lavori extra-cinematografici più importanti – Crazy Clown Time e The Big Dream.

Per finire la playlist torniamo ad Angelo Badalamenti con un’ultima curiosità, il tema del protagonista da un videogioco della Quantic di grande successo – Fahrenheit (Indigo Prophecy in Canada e USA) di cui ha curato per intero le sonorizzazioni musicali mentre, in chiusura, per consumare ancora qualche gocciolina di liquido oculare, se ve ne rimangono, uno dei temi per eccellenza della produzione Lynch-Badalamenti, quello di RIP Laura Palmer.

Condividi su:

Pubblicato il:

14 Marzo 2025

Tag:

Consigliati per te