Volonté – L’uomo dai mille volti di Francesco Zippel
Diretto da
Starring
L’uomo e l’attore, la persona e il personaggio, le contraddizioni di un’artista che identificava nel cinema l’opportunità, la conoscenza. Dopo averci raccontato la favola cinematografica di Sergio Leone, Francesco Zippel torna in sala con un documentario che, grazie al suo semplice e mai banale proposito di affrontare la figura di un autore altrettanto grande, Gian Maria Volonté, ne racconta le ambizioni e la complessità. Presentato in concorso classici all’81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Volonté – L’uomo dai mille volti sceglie di omaggiare uno dei più grandi interpreti della storia del cinema in occasione del trentennale dalla sua morte. Lo fa attraverso figure che quel cinema l’hanno amato, studiato e, in alcuni casi, vissuto. La vocazione artistica, le lotte politiche e la necessità di riconoscersi membro attivo di una società in continuo cambiamento hanno portato Volonté a scontrarsi con un sistema che aveva bisogno di essere interpretato. Rivoluzionario. Controverso, soprattutto. Il documentario inizia il suo percorso da un Volontè attore che, attraverso l’esperienza diretta di autori come Marco Bellocchio, già dalle sue prime apparizioni in televisione riusciva a mettere in scena l’abilità di un attore-autore del proprio personaggio. «La nascita dell’attore moderno in Italia» lo definisce Pierfrancesco Favino, presente tra gli intervistati, riferendosi all’interpretazione di Volonté nello sceneggiato televisivo dedicato a Caravaggio.
Il film procede attraverso le testimonianze indirette di chi quell’abilità interpretativa l’ha interiorizzata: Valeria Golino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Fabrizio Gifuni e, appunto, Pierfrancesco Favino. In particolare, viene sottolineata la sua inedita capacità di riscrittura del personaggio attraverso l’atto interpretativo, grazie alla quale è in grado di plasmare il ruolo sul set. L’opera di Francesco Zippel transita poi raccontandoci quel lato politico che ha sempre affiancato il lavoro e la vita di Gian Maria. «Il lavoro politico che faceva lui con il mestiere dell’attore è inarrivabile» dice Valerio Mastandrea. Per raccontarne la persona, l’attivista e il cittadino, Zippel si affianca a figure molto vicine all’attore, come la figlia Giovanna Gravina Volonté. Lei, in particolare, ci dona un ritratto personale, a volte anche amaro, di un uomo dai mille volti che nella sua quotidianità amava navigare un mare lontano da quella caotica dinamica che lo costringeva presente e sempre in prima linea. Giovanna Gravina ne sottolinea il suo disinteresse nei confronti dell’avvenire, la sua scontrosità, l’ossessività. Una testimonianza, la sua, preziosa e fondamentale per capire la figura di Volonté come una persona che lascia un segno indelebile nella storia del nostro paese, nonostante quest’ultimo appartenga ormai ad un’avvenire nei confronti del quale l’attore, attivista e cittadino non riservava più alcun interesse.
Pubblicato il:
Tag:
Consigliati per te
Barriera Film Festival, cinema oltre i confini, visto dalla redazione di Strade Perdute
Paolo Sorrentino attraverso la sua estetica visiva e poetica ci porta ancora una volta a Napoli, questa volta incarnandola in una donna: Parthenope.
L’uomo e l’attore, la persona e il personaggio, le contraddizioni di un’artista che identificava nel cinema l’opportunità, la conoscenza. Dopo averci raccontato la favola cinematografica di Sergio Leone, Francesco [...]